Notizie e Circolari

Newsletter n. 4/12 - Addio agli stipendi in contante

Data di pubblicazione: 17 febbraio 2012

Il contante tende ormai a sparire dalle tasche degli italiani. Anche in virtù della spinta del legislatore, sempre più favorevole all'utilizzo di mezzi di pagamento tracciabile. Questa spinta riguarda anche gli stipendi: la regola introdotta a proposito dei trasferimenti in contanti (possibili non oltre 999,99 euro) è destinata a ridurre ancora di più l'area per il pagamento in contanti ai dipendenti.

Si tratta di una norma che coinvolge tutti (decreto salva Italia Dl 201/11). Basta leggerla per comprenderlo: «è vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore dell'operazione, anche frazionata, è complessivamente pari o superiore a 1.000 euro».

La notevole diminuzione del limite ha riflessi anche sul pagamento di molte retribuzioni del settore privato, compresi, per esempio, alcuni rapporti di lavoro domestico (si pensi alle badanti) o alcune micro-imprese ancora legate all'utilizzo dei liquidi.


Modalità di pagamento:
Adesso che lo strumento alternativo al denaro contante diviene la regola, per i cedolini paga il cui netto supera 1.000 euro, al datore di lavoro non resta altra scelta se non quella di disporre un bonifico bancario oppure consegnare al lavoratore un assegno (di conto corrente o circolare). Non si può ricorrere alla divisione della retribuzione superiori a 1.000 euro in diverse quote (acconti e saldo).

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